martedì 27 dicembre 2011

estratto dal sito di Laterza

Una giornata preistorica passata con l’archeotecnico
L’età della pietra, la scoperta del fuoco, la caccia con l’arco


Se la storia dell'uomo fosse proiettata su un anno di 365 giorni, 360 sarebbero equivalenti all'età della pietra e solo cinque rappresenterebbero l'uso dei metalli.
Dai tempi più antichi, dunque, l'uomo ha combattuto, lavorato, mangiato e cacciato con la materia prima più diffusa in natura: la pietra.
Un laboratorio di archeologia sperimentale, "A spasso con la preistoria", inserito nel cartellone di "LaterzaEstate2005" (promotrice la tutor del Museo didattico laertino dell'archeologia, Chiarastella Cirielli), nelle scorse giornate, ha dimostrato come l'Homo abilis, l'Homo erectus e poi l'Homo sapiens lavoravano la pietra, modellavano l'osso e accendevano il fuoco. Un cammino lungo e complesso, svoltosi in milioni di anni e a piccole tappe. A cominciare dal "chopper", il più semplice degli utensili, ottenuto dall'Homo abilis colpendo con una pietra un ciottolo in modo da ricavare un margine sottile e tagliente.
A percuotere e modellare la selce, nell'anfiteatro all'aperto della Scuola media Michelangelo, è stato questa volta l'archeotecnico Carlo Pagani, accompagnato da Lorenzo Giustiniani, entrambi operatori del Museo della preistoria "Luigi Donini" di San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna.
Per il pubblico, in gran parte composto da bambini, un'occasione ghiotta per constatare ciò che generalmente si legge solo sui libri: oltre ad assistere alle diverse fasi di lavorazione del chopper, dell'amigdala e del raschiatoio, infatti, ha potuto visionare e toccare con mano numerosi strumenti di uso primitivo, come il falcetto e l'ascia.
Ad un certo punto, però, il cammino dell'uomo ha segnato una tappa davvero importante. "Una tappa che ha cambiato la vita dell'uomo, - ha commentato Pagani - non si tratta di un'invenzione, perché l'uomo l'aveva già visto in natura, ma non sapeva riprodurlo, fino a quando, casualmente, non ha trovato i materiali giusti". E allora, ecco la sorpresa: il fuoco.
La prima volta, dunque, l'uomo ha scoperto il fuoco per caso, poi ha imparato ad accenderlo, ingegnandosi con quello che gli offriva la natura. Due le tecniche utilizzate: per percussione, tecnica più antica, e per frizione, relativamente più "recente".
Ma la teoria non è il forte dell'archeotecnico. E allora eccoci catapultati direttamente nella "pratica": servono pirite, selce, erba secca e polvere di un fungo legnoso che cresce a ridosso degli alberi. Si comincia: dalla percussione della selce sulla pirite si provocano delle piccole scintille, fatte cadere sul fungo, che funziona da esca, al fine di creare la brace, che poi, a sua volta, viene collocata nell'erba secca dove si accende e diventa fiamma. Certo, non è cosa semplice, né tantomeno veloce. "Occorre tempo - dice Pagani - ma d'altra parte, gli uomini primitivi ne avevano tanto!". Richiede maggiore sforzo fisico, invece, la tecnica della frizione, caratterizzata dallo sfregamento tra un'asticella lignea e un arco di legno teso con una corda.
Per finire, giunti al Neolitico, la dimostrazione di una battuta di caccia con l'arco, "un'arma che ha cambiato il sistema di caccia, - spiega l'archeotecnico - consentendo al cacciatore di mirare da lontano e di nascosto, con maggiore precisione". Imbracciato un arco di legno con frecce dotate di punta di selce ad aletta (che permettono di rimanere conficcate nell'animale) e piume sulla punta posteriore per favorire l'attraversamento dell'aria, Pagani, in veste di "uomo cacciatore", punta il suo bersaglio: un cervo. Ovviamente dipinto. Qualche milione di anni fa, sarebbe stato in carne e ossa. Perché - come ha detto Pagani - "L'uomo doveva pur mangiare!".
E se oggi siamo abituati a metodi e "piatti" ben diversi, non è impossibile ritornare "A spasso con la preistoria": basta contattare il Museo Donini e il gioco è fatto! "Questa manifestazione, aperta in via eccezionale anche ad un pubblico di adulti, - ha concluso, infatti, la Cirielli - è stata solo un assaggio di quello che potrebbe essere realizzato con le scolaresche, durante il prossimo anno scolastico".



» Fonte: Corriere del Giorno
» Autore: Anna Lisa Carrera

lunedì 26 dicembre 2011

L'ALBA DELL'UOMO --PRIMO UTENSILE E PRIMA ARMA --

Nelle  zone  Africane,tanto  tempo  fa ,l'uomo  vagava in  perenne ricerca di  soluzioni che  lo  potessero
aiutare a  procedere, alla  sopravvivenza di  tutti  i giorni,limitando  la  fatica fisica. Non  aveva  un  futuro
e  viveva solo giorno  dopo  giorno. Circa  2,5  milioni  di  anni  fa, dopo  aver  utilizzato fino ad  allora
pietre  e  rami  spezzati naturalmente o per  dilatazione  freddo/caldo, comincio'ad  utilizzare pietre  particolari
che  lui  stesso  rompeva, creando  lati  estremamente  taglienti. Aveva creato il  suo  primo  utensile e  prima  arma : segui'  una  ricerca di  pietre particolarmente  resistenti  e  taglienti  alla  rottura : selce,quarziti, graniti,
ossidiana ed  altre ....aveva  creato  l'utensile  che  viene  denominato CHOPPER  e  CHOPPING  TOOL :
da  qui inizio' l 'evoluzione tecnologica e  una  costante  ricerca .........

MANUFATTI PALEOLITICI RICOSTRUITI

Archeotecnico:
ricostruisco manufatti  paleolitici in  selce per  Musei - scuole - collezionisti - hobbysti :
Chopper-Amigdale-Bifacciali-Punte Peduncolate-Accette -Picconi-Raschiatori -Punte
Laminari -Utensili  Neolitici ecc. Fornisco  inoltre ai  Musei  che  lo  richiedono 
materiale selcifero ( ciottoli e  sfere in  selce -arnioni-), che  viene  utilizzato per  la didattica scolastica : oppure  alle scuole  riproduzioni di  manufatti  per  le  bacheche espositive .
 Allego  alcune  foto di banchetti  espositivi  e di  lotti  indicativi  di  produzioni .